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I Giganti della montagna, `mito` filosofico dell'ultimo Pirandello.
Torino: al teatro Gobetti, venerdì 21 e sabato 22 novembre 2014, O.P.S. Officina Per la Scena rilegge l’incompiuto "testamento" del drammaturgo siciliano.
 
La seconda compagnia protagonista del cartellone Il cielo su Torino, vetrina dedicata alle realtà torinesi sostenute dal Sistema Teatro Torino e Provincia, sarà il gruppo di O.P.S. Officina Per la Scena atteso con la prima nazionale de I Giganti della montagna per la regia di Michele Guaraldo: proprio al regista abbiamo rivolto alcune domande per andare alla scoperte di un progetto che vedrà in scena Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Luca Busnengo, Chiara D’Anna, Francesco Gargiulo, Paola Raho, Valentina Volpatto e le video pitture dal vivo di Stefano Giorgi.
Quali le motivazioni che vi hanno spinto ad intraprendere un progetto su I Giganti della montagna?
“Credo che I Giganti della montagna sia una di quelle opere universali che non smettono mai di stupire e incantare con le sue parole e la sua poesia. Al di là di una lettura classica riguardo al senso e scopo dell’arte nella società, si intuisce nelle pieghe del testo, e nell’universo che crea, un senso più profondo e più intimo della poesia, intesa qui nel suo significato primo: fare. Fare come un camminare nel mondo in punta di piedi e con occhi grandi, senza calcare la terra rumorosamente con scarpe pesanti; fare come opera delle mani, cioè il risultato di elementi differenti che trovano un’unità nuova, che prima non esisteva, nell’opera creata; fare come produrre esperienza, un volo dell'immaginazione. Forse questo è un modo  di vedere la vita e la società un po’ migliore rispetto a quello che da troppo tempo siamo abituati a considerare come unico possibile.
 
Quali le linee guida del vostro lavoro?
Le linee guida sono principalmente due: la villa e tutte le sue apparizioni sono create dalla mano di un pittore che per mezzo di una sorta di lavagna luminosa proietta i suoi disegni e dipinti su di un gigantesco velo, una vera e propria skène, limite tra la magia e l’artificio, tra favola e la realtà: il velo dell’illusione. Per mano quindi di un creatore, un pittore, le fantasie del mago Cotrone prenderanno corpo e vita per poter interagire con i personaggi in carne ed ossa e maschere.
La seconda direttrice è formata dal gruppo degli Scalognati chiamati con maschere a dare vita al gioco degli attori che accompagnano La Contessa, unica componente reale della compagnia, portandola in un viaggio onirico dentro se stessa, dove si incontrano l’intreccio grottesco del reale con la favola, la bugia e la verità, il dramma ed il sogno, in una danza in cui gli estremi si confondono e le proporzioni si rovesciano.
 
Quali le maggiori difficoltà nel panorama teatrale di oggi per una giovane, pur già affermata, realtà come la vostra?
La maggiore difficoltà è dare dignità al nostro lavoro di artisti; questo marchio della giovane compagnia se da un lato serve perché qualcuno ci tenda la mano, dall’altro è un’ombra di sospetto di incapacità e inettitudine da parte degli enti da cui è difficile divincolarsi anche mostrando prove di una buona qualità e di riscontri di un pubblico fatto di persone che continuano ad apprezzarci e a seguirci con grande calore e stima. Si può dare la colpa ad una crisi che attanaglia un po’ tutti a torto o ragione, ma personalmente credo che anche nella più nera crisi si possa dare valore e dignità a delle persone che hanno deciso di scommettere più di quanto uno possa credere, in un lavoro di gruppo che produce qualcosa di bello.
 
In conclusione, un motivo per il quale si dovrebbe venire a vedere il vostro spettacolo?
Perché è un bello spettacolo, con un testo straordinario attori formidabili per passione e bravura, una scena meravigliosa e visionaria, che faranno vivere allo spettatore in meno di due ore un sogno struggente ed esaltante.
 
Repliche venerdì 21 e sabato 22 alle 20.45: biglietti a Euro 27 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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    I giganti della montagna
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