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L'entrata in società degli allievi della Shakespeare School
a cura di Roberto Canavesi
Visto a Corte Palestro di Moncalieri venerdì  9 luglio 2021
creazione collettiva guidata da Jurij Ferrini e Rebecca Rossetti con la collaborazione di Claudia Tura 

con gli attori neodiplomati della Shakespeare School 2021 (in o.a.): Alessandro Ambrosi, Marica Cardelli, Camilla Conti, Michele Ferrero, Gabriele Filosa, Giovanni Giacchetti, Sonia Guarino, Eustachio Guida, Simona Guidi, Matteo Nifosì, Emanuele Palone, Giulietta Rattegni, Daniele Ribuoli, Maria Alessandra Rizzone, Maddalena Sighinolfi, Michele Tomasetti, Alessandra Zanzani
Negli angoli più nascosti delle nostre città ci sono luoghi che trasudano teatro, spazi depositari di ricordi e suggestioni lontani nel tempo come per incanto pronti a riaffacciarsi in una memoria collettiva messa a dura prova dal recente passato: tra questi non possiamo non citare Corte Palestro di Moncalieri, la casa teatrale di Santibriganti Teatro che proprio in questo spazio en plain air, più di vent’anni addietro, diede vita al ciclo di spettacoli di Theatropolis, portando per la prima volta ai piedi del vicino Castello artisti come Ascanio Celestini, Marco Baljani e molti altri.

Negli anni diventati sede della compagnia, gli spazi di Corte Palestro in estate si animano per i saggi di fine corso della Shakespeare School, importante realtà diretta da Jurij Ferrini che proprio con Santibriganti Teatro ha da tempo stretto un forte sodalizio didattico: ed è cosi che, sotto il vigile sguardo di Jurij Ferrini e Rebecca Rossetti, i diciassette allievi della School vivono il loro primo incontro con il pubblico nella serata L’arte di sembrar tale che li vede protagonisti di differenti momenti teatrali dai grandi classici di Moliére e Goldoni, di Shakespeare, Cechov e Machiavelli, ad incursioni in drammaturgie più vicine, Williams e Pinter, Spregelburd e Marinelli, ma non per questo meno accattivanti.

Trattandosi di saggio, poco importa se i ragazzi vivano questa loro teatrale "entrata in società" in una sorta di bolla con il pubblico formato da amici e parenti, contesto protetto che non risparmia loro la palpabile tensione destinata a sciogliersi per lasciare spazio a momenti di recitazione intensa e partecipata: e se la scelta dei testi corrisponde ad un’antologia attraversata dal comune denominatore del sentimento amoroso declinato in molte delle sue possibili sfaccettature, la coppia Ferrini-Rossetti costruisce una scaletta che costringe gli interpreti a vestire panni opposti, ad essere ora la timida ma decisa Isabella scespiriana ora una sboccata prostituta, prima la trasognante Nina cechoviana, poi una grottesca caricatura del teatro di Spregelburd. Una dramatis personae pensata con indubbia intelligenza "per opposti", giocata sui contrasti, che vede attori e attrici indossare maschere diverse per diventare tessere di un ricco mosaico teatrale impreziosito da quel quid di irrazionalità che tanto sa di essere umano: a fine serata si chiude il cerchio, si tirano le somme di quello che doveva essere un anno di scuola, poi raddoppiato per la crisi pandemica, in un’esperienza formativa che siamo certi saprà essere la stella cometa nel futuro artistico di Marica e di Simona, di Sonia e di Giulietta, dei due Michele e di Alessandra, di Camilla, di Gabriele e di Maddalena, di Giovanni, di Daniele e di Matteo, di Alessandro e di Eustachio, di Emanuele e di Maria Alessandra: li abbiamo citati tutti, perché tutti se lo meritano e, come Camilla ci ricorda in una splendida canzone finale, a tutti va rivolto l’augurio di poter continuare a sognare, continuando a percorrere il sentiero intrapreso.
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