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Ritrovarsi dopo vent'anni? MA PURE QUESTO E' AMORE...
a cura di Roberto Canavesi
Visto a San Pietro in Vincoli di Torino Teatro lunedì 14 febbraio 2022
testo e regia Simona Migliori 

con Gabriele Genovese e Valeria Perdonò 

produzione Teatro Linguaggicreativi
La periferia di Milano è la terra in cui ti puoi imbattere nella Gilda di Giovanni Testori come in due adolescenti annoiati che consumano i pomeriggi al parco trascinando le loro esistenze tra infinite riunioni sul muretto: poi capita che lui, Salvatore, imbocchi la cattiva strada diventando il ras del quartiere, spacciatore di professione destinato ad entrare e uscire con svizzera puntualità dal carcere di turno. Lato suo lei, Giorgia, studentessa modello solita dividersi tra palestra e letture impegnate, sposa la "Milano da bere" avviandosi ad un'esistenza tra la solida borghesia con il grande rimpianto di una maternità mancata. Il destino vuole però che a vent’anni di distanza Salvatore e Giorgia  si rincontrino, l'uomo trascurato ed in evidente difficoltà e la donna solo in apparenza realizzata, per l'inaspettata riunione alla base di Ma pure questo è amore, divertente commedia del collettivo Teatro Linguaggicreativi affidata agli applauditi Gabriele Genovese e Valeria Perdonò.

Strizzando l’occhio al teatro a stelle e strisce, Simona Migliori firma un testo di spiazzante realismo ed attualità, cronaca dell’incontro di due solitudini mai così diverse ma forse proprio per questo l’una complementare all’altra: con flashback temporali che traghettano l’azione ora nella disincantata adolescenza, ora nella tormentata maturità dei due protagonisti, prende corpo un racconto lungo vent’anni che hanno visto il "lupo di periferia" rovinarsi l’esistenza e la "ragazza con la camicia" assaporare suo malgrado una felicità di facciata. Trait d’union la presenza/assenza di un figlio, per Salvatore incidente di una notte, per Giorgia sogno cullato cinque anni ed ora diventato assillante incubo.

Il gioco teatrale è condotto a carte scoperte, la colonna sonora anni Novanta o i capelli sbarazzini sciolti proiettano la narrazione nel passato, salvo poi subito rituffarsi nel presente alla disperata ricerca di un modo per esorcizzare quel male di vivere comune denominatore tra Salvatore e Giorgia: il testo scorre via fluido, strappa più di una risata ma al tempo stesso è capace di improvvise frenate che lasciano sul campo domande pesanti come macigni. Ci si interroga sulla capacità del tempo di cambiare le persone o di cancellare i traumi del passato, per poi subito chiedersi il prezzo da pagare, in termini di pienezza della vita, all’affannosa ricerca di utopie più che di sogni. Interrogativi evergreen destinati ad interessare con modalità diverse i giovani di ieri come quelli di oggi cui Gabriele Genovese e Valeria Perdonò, interpreti mai sopra le righe ed al tempo stesso maschere di grande umanità, sul calare del buio rispondono con il gesto più semplice che si possa immaginare, prendendosi per mano: solo così si potrà uscire, insieme, a sfidare quella vita in passato prodiga di schiaffi ma in fondo esperienza totalizzante che, pur tra mille difficoltà ed ostacoli, ancora oggi vale la pena di respirare a pieni polmoni.
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