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Alla scoperta del teatro Carignano con la magia di Cenerentola.
Torino: al teatro Carignano, da giovedì 15 gennaio a venerdì 15 maggio 2015, la fiaba di Charles Perrault riletta per le scuole, e non solo.
Occasione dedicata ai bambini e alle loro famiglie per riscoprire una delle fiabe più famose insieme al principale teatro cittadino, vera e propria bomboniera per gli amanti della prosa: si inquadra così la Cenerentola che la Fondazione del Teatro Stabile di Torino porta in scena, con adattamento e regia di Marco Lorenzi, all’interno di un ampio progetto, legato agli spazi del teatro Carignano, intrapreso negli anni scorsi con Pinocchio ed Hänsel e Gretel.
E se da giovedì 15 gennaio a venerdì 15 maggio 2015 lo  spazio sarà tutto dedicato alle scuole, con visita della sala e spettacolo, nel fine settimana le recite saranno aperte al pubblico per un calendario all’insegna del motto “Scopri il Carignano con Cenerentola e con la tua famiglia”: per meglio conoscere le linee guida del lavoro che avrà interpreti Mauro Bernardi, Giorgia Cipolla, Roberta Lanave, Barbara Mazzi ed Alba Maria Porto, abbiamo rivolto al regista Marco Lorenzi alcune domande sulle coordinate dell’intero progetto.
 
Quale l’approccio che hai riservato alla fiaba di Charles Perrault, originariamente basata sulla trascrizione di un antico materiale a cura di Giambattista Basile, e poi ripresa dai fratelli Grimm?
“Quando mi è stato proposto di lavorare su Cenerentola non avevo bene la percezione di cosa sarebbe potuto succedere, pur trovando affascinante e stimolante la possibilità di confrontarmi con il linguaggio della favola: avendo sempre considerato la favola un ambito molto femminile, non mi era chiaro come potessi affrontarla da uomo. Una volta iniziato a studiare il materiale sono rimasto sempre più affascinato dalla foresta di simboli che attraversa il testo, ed ho così intrapreso un percorso che mi ha condotto al nucleo centrale del lavoro, una rilettura molto contemporanea in versione pop dove, su tutto, si parla di invidia e gelosia tra parenti. Vogliamo raccontare una tremenda storia di problematiche famigliari ed al tempo stesso una storia di crescita, con Cenerentola unico personaggio in grado di crescere per andare incontro all’altro”.
 
Per definizione destinata ai bambini, ogni favola porta con sé anche un sottotesto di simboli e linguaggi più adatto al pubblico adulto: come hai affrontato questa dicotomia?
“Partendo dall’idea di realizzare una favola teatrale adatta per un pubblico dai 6 ai 100 anni, il modo migliore per farlo è stato quello di creare uno spettacolo che considerasse innanzitutto come il pubblico di giovanissimi sia, per sua natura, libero dalla gran parte delle sovrastrutture mentali dei grandi, e quindi più sensibile ad un lavoro di ricerca e sintesi del linguaggio.
Sul versante degli adulti, convinto del fatto che dovesse nascere uno spettacolo fruibile anche dal mondo dei grandi, mi sono posto dalla parte dello spettatore, considerando come se un lavoro è in grado di emozionarmi e suggestionarmi in fase di costruzione, allora vuol dire che potrà suscitare le medesime sensazioni in altre persone, della mia generazione e non solo”.
 
Quale tipo di lavoro e di sforzo hai chiesto ai tuoi giovani attori?
“Ho chiesto loro di compiere uno sforzo molto grande e, quale che sarà il prodotto finito, devo innanzitutto ringraziarli per la disponibilità e la professionalità: ciò premesso, anche se abbiamo lavorato alla costruzione di una specie di cartone animato, ho sempre ricordato loro che quello che stavamo costruendo sarebbe dovuto essere un prodotto artistico. Evitare quindi di essere accondiscendenti con se stessi e massima disponibilità a scoprire qualcosa di nuovo, anche con l’utilizzo di differenti linguaggi artistici”. 
 
Questo vuol dire che nella vostra Cenerentola non ci sarà solo spazio per la parola?
“I due momenti centrali della vicenda sono la perdita della scarpetta ed il gran ballo, sequenze chiave che vedono gli interpreti impegnati in momenti di teatro fisico come di improvvisazione o di danza. Una continua messa in gioco di se stessi, anche perché se un attore sente fortemente come suo quello che sta realizzando, allora in questo caso sarà disposto a difenderlo con tutte le sue forze”.
 
Nel salutare Marco Lorenzi lo ringraziamo tanto per la chiacchierata intorno alla sua Cenerentola quanto per la possibilità avuta di assistere a un intero pomeriggio di prove segnate con forza da quella “continua e sincera ricerca che, se realizzata sino alla fine, sarà in grado di conquistare il pubblico di grandi e piccini”.
 
Per Cenerentola il calendario completo delle date, massimo 100 partecipanti a replica con biglietti a Euro 5, è disponibile su www.teatrostabiletorino.it.
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