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Con La professione della Signora Warren e Lo zoo di vetro è protagonista il grande teatro.
Torino: da martedì 13 a domenica 18 gennaio 2015, i capolavori di George Bernard Shaw e Tennessee Williams.
Banco di prova per grandi attrici La professione della Signora Warren di George Bernard Shaw è opera ancor oggi in grado di sedurre e divertire con la forza dei suoi dialoghi intrisi della graffiante ironia del drammaturgo irlandese: andata in scena per la prima volta nel 1902, e subito bandita dalla scena dalla rigida censura vittoriana fino al 1924, la pièce di Shaw rivive nell’allestimento prodotto dal Teatro Eliseo per la regia di Giancarlo Sepe, in scena al teatro Carignano nella stagione dello Stabile torinese.
La commedia - scrive Sepe - mi ha aperto uno squarcio su un mondo che Shaw ha rappresentato con attitudini borghesi e ipocrisie, tutte legate prevalentemente al sesso e alla voglia di sesso dei quattro protagonisti maschili. Possiamo dire che sono tutti dei puttanieri e le due donne, chi per un verso chi per un altro, sono vittime di una società maschilista”: impietosa istantanea della società inglese di fine Ottocento, La professione della Signora Warren ruota intorno alla consapevolezza della giovane ed intraprendete Vivie Warren in merito ala ricchezza accumulata negli anni dalla madre, storica tenutaria di numerose case di tolleranza. Il futuro di Vivie è ad un bivio: sacrificare tutto in nome di una rigida intransigenza morale, o continuare a beneficiare degli agi e delle comodità che la gestione del mestiere più antico del mondo è ancor oggi in grado di garantire? Intorno a questo dilemma ruota un impianto teatrale prossimo alla perfezione che vede Giuliana Lojodice guidare un cast completato da Giuseppe Pambieri, Pino Tufillaro, Fabrizio Nevola, Federica Stefanelli e Roberto Tesconi.
 
Nei medesimi giorni al teatro Gobetti si passa ad un altro gran classico con Lo zoo di vetro di Tennessee Williams presentato nell’allestimento Tieffe Teatro diretto da Arturo Cirillo, anche in scena con Milvia Marigliano, Monica Piseddu ed Edoardo Ribatto: definito dallo stesso autore come un “dramma di memoria”, deflagrante messa in scena dell’atto di ricordare, la tragedia di Williams debuttò a Chicago nel 1944 per poi esser al centro nel corso degli anni di numerose rivisitazioni e riduzioni cinematografiche e televisive.
Lo zoo di vetro - scrive Arturo Cirillo - rappresenta l’inganno dell’immaginario. Ho immaginato un luogo abitato da pochi elementi molto concreti ma immersi in una luce non realistica, quasi pittorica, dove la vicenda venga narrata senza divisioni in quadri, in un unico luogo. Come se ci trovassimo all’interno di un album di famiglia troppe volte sfogliato”: in questa cornice rivivrà la parabola piccolo borghese di Tom Wingfield, bamboccione irrealizzato ed eternamente rancoroso, intento a raccontare le vicende di una famiglia segnata dall’abbandono del padre. Davanti agli occhi di Tom passeranno in rassegna le figure della sua memoria, entità destinate a tornare reali al tempo stesso prigioniere di un perenne presente da cui non c’è fuga: sarà così per la madre Amanda, ancorata al ricordo di una giovinezza ormai sfiorita, come per la fragile sorella Laura, zoppa e spaventata dalla vita, la cui sola consolazione è giocare con piccoli animaletti di vetro. E se il destino dello stesso Tom, pronto ogni sera a cercare un momentaneo riparo nel cinema e nell’alcol, non sembra essere per nulla diverso, l’inaspettato arrivo dell’amico Jim potrebbe rappresentare l’elemento di rottura in previsione di un futuro all’insegna del cambiamento…
 
Per entrambi i titoli repliche martedì e giovedì alle 19.30, mercoledì, venerdì e sabato alle 20.45, domenica alle 15.30: biglietti ad Euro 36 ed Euro 30 per il Carignano, ad Euro 27 ed Euro 24 per il Gobetti, con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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    La professione della signora Warren
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    Lo zoo di vetro
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