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Don Giovanni e Giorgio Gaber, strana coppia per la settimana dello Stabile torinese
Torino: al teatro Carignano ed al teatro Gobetti, da martedì 17 a domenica 22 marzo 2015, tra parole e musica si rileggono due figure che hanno segnato un’epoca.
 
Artista tra i più irriverenti e scanzonati del panorama teatrale contemporaneo, Filippo Timi è ideatore, regista ed interprete de Il Don Giovanni. Vivere è un abuso, mai un diritto, in scena al teatro Carignano come seconda tappa di un personale percorso di riscoperta e riscrittura di alcune tra le figure più classiche del teatro.
 
Coproduzione Teatro Franco Parenti/Teatro Stabile Dell’Umbria, e consigliato ad un pubblico adulto, lo spettacolo di Filippi Timi presenta un Don Giovanni pienamente conscio della sua imminente morte, simbolo di un’umanità volubile, affamata di potere e pronta all’autoinganno per la piena consapevolezza di un destino che la vuole condannata all'estinzione: “Don Giovanni - scrive Timi nelle note di regia - è l’umanità volubile e insaziabile, l’umanità finalmente priva di quelle morali colpevoli dell’assurdo destino verso cui stiamo precipitando. E la colpa non è certo della storia, o di tutti quei Cristi che ci hanno professato amore, ma la nostra: la fame di potere insita nell’uomo, nessuno escluso, la fame di resistere, di mistificare, di ingannarsi piuttosto che sopravvivere. Meglio morire da idioti ma tutti insieme che svegliarsi e di colpo comprendere l’errore? Evidentemente sì”: un personaggio che nella piena accettazione del suo essere si eleva a mito fuori dal tempo, attore di una serie di incontri con le tre donne delle sua vita, Donna Elvira, Donna Anna e Zerlina. E se Elvira incarna il vero amore, quello ormai appartenente al passato, in Anna si rispecchia l’amore ingannatore e violento, mentre alla giovane Zerlina sarà affidato il compito di simboleggiare la seduzione ed il desiderio di purezza: in scena, insieme a Filippo Timi, ci saranno Umberto Petranca, Alexandre Styker, Lucia Mascino, Matteo De Blasio, Elena Lietti, Fulvio Accogli, Marina Rocco e Roberto Laureri, per una galleria di personaggi letteralmente prigionieri degli straordinari costumi di Fabio Zambernardi e delle spettacolari luci di Gigi Saccomandi.
 
Da un mito all’altro, nei medesimi giorni al teatro Gobetti, con il Qualcuno era...Giorgio Gaber che Tangram Teatro porta in scena per la regia di Ivana Ferri: lungi dal voler essere spettacolo commemorativo di uno degli artisti più rivoluzionari ed irriverenti del Novecento italiano, il recital interpretato da Bruno Maria Ferraro rivolge il proprio sguardo a quel teatro-canzone inventato da Giorgio Gaber e Sandro Luporini: “Tangram Teatro - è scritto in sede di presentazione - si sofferma così sull’ultima produzione dell’artista: canzoni e monologhi che affondano con la consueta tagliente ironia nel tema generazionale, quasi per lanciare una sorta di staffetta ai più giovani. Quelli che Gaber, in scena, non hanno avuto mai la fortuna di vederlo”.
Figura a tutto tondo, intellettuale come musicista, commediografo come acuto pensatore, il Giorgio Gaber del Tangram sarà soprattutto l'uomo di teatro in grado di farsi impietosa coscienza morale verso quel pubblico intergenerazionale che ancora oggi ne rimpiange la prematura scomparsa.
 
Per Il Don Giovanni e Qualcuno era...Giorgio Gaber repliche martedì e giovedì alle 19.30, mercoledì, venerdì e sabato alle 20.45, domenica alle 15.30: biglietti a Euro 36 ed Euro 30 per il Carignano, ad Euro 27 ed Euro 24 per il Gobetti, con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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  • Scheda Spettacolo
    Il Don Giovanni - Vivere è un abuso, mai un diritto
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    Qualcuno era...Giorgio Gaber
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