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Tra passato e presente è tempo di VAJONTS23
a cura di Roberto Canavesi
Gabriele Vacis e gli attori di PEM nella libera interpretazione de IL RACCONTO DEL VAJONT
Torino, al Teatro Gobetti, da giovedì 5 a lunedì 9 ottobre 2023
Leggi Vajont ed il ricordo, soprattutto per chi ha i capelli grigi, non può non andare al 9 ottobre 1963 quando dal Monte Toc, anonima cima delle Prealpi bellunesi, si staccarono 260 milioni di metri cubi di roccia che piombarono nella diga del Vajont, sollevando un’onda che distrusse cinque paesi e uccise duemila persone: da quel giorno nulla fu più uguale per la storia del nostro paese a partire dall’interrogarsi sul perché fosse stata costruita una diga proprio in quel punto, domande cui si è cercato di indagare anche con progetti artistici come la pagina di teatro civile che nel 1993 Marco Paolini e Gabriele Vacis firmarono sotto forma di orazione laica.
Ma se è vero che la tragedia del Vajont affonda le proprie radici in un passato sempre più lontano, è innegabile che le nuove generazioni non possono ignorare quanto successe, non tanto per apprendere il dato storico quanto per non dispenderne memoria e denuncia sociale: in questa direzione, a sessant’anni di distanza dal tragico evento, nasce Vajonts23, la storia del Vajont riscritta da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, nella veste di coro a più voci per non spegnere la luce sul passato e, soprattutto, per rinsaldare la fiamma per il futuro.

In scena in prima nazionale al Teatro Gobetti, anteprima della stagione 2023/24 per lo Stabile torinese, il progetto è firmato da Gabriele Vacis con i ragazzi del collettivo PEM - Potenziali Evocati Multimediali che, ciascuno per la propria parte, aggiungeranno segmenti narrativi al nucleo centrale della tragica narrazione: "il racconto del Vajont - scrivono i ragazzi di PEM - per noi è una scoperta: la ribellione va costruita. A dire no bisogna imparare, soprattutto se dall’altra parte c’è un grande sistema. Il tempo delle magnifiche manifestazioni di corpi in piazza che gridano sembra finito. E allora noi cosa possiamo fare? Dire di no non basta. La rivoluzione va fondata".
La cronaca di una tragedia iniziata lentamente, per poi improvvisamente accelerare con tutto il suo carico di morte e desolazione, diventa pretesto per ricordare come in tempi di emergenza climatica, non si possano né debbano ignorare avvisaglie e segnali che la natura trasmette, rinviando al futuro interventi da attuare nel presente, pena la compromissione del domani per le nuove generazioni: il passato che parla al presente per cambiare il futuro, così potremo sintetizzare il messaggio di un’operazione che va oltre lo spettacolo teatrale nudo e crudo, narrazione manifesto di un’educazione alla rivolta con la coralità sostituirsi all’azione del singolo per diventare strumento in grado di generare cambiamenti dalle solide radici.
"Credo - spiega Gabriele Vacis - che in questi trent’anni dal debutto dello spettacolo originale la narrazione si sia affermata come strumento per produrre tempo, e quindi realtà. Che è poi un gesto antico come il mondo (…) Alla fine credo che la pratica del narrare significhi riconciliarsi con il tempo, con il succedersi delle generazioni. L’unica possibilità per uscire dalle secche della contrapposizione tra cogliere l’attimo e coltivare la memoria o progettare il futuro". Ed allora spazio alla parola, al suo potere evocativo ed alla sua forza persuasiva, per (ri)vivere una delle pagine più dolorose nella storia del secondo Dopoguerra da proiettarsi in quel futuro che ci appartiene: domani di cui, sempre più spesso, sembra non interessarci il destino in un pericoloso meccanismo alimentato dalla non assunzione di responsabilità, e dalla non consapevolezza di rischi e pericoli spesso frettolosamente scaricati al ruolo della natura.

Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con PEM - Impresa Sociale, libera reinterpretazione da Il racconto del Vajont di Marco Paolini e Gabriele Vacis con il contributo di Marco Martinelli, Vajonts23 vede in scena Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti e Giacomo Zandonà. Repliche al Teatro Gobetti giovedì 5 ottobre alle 19.30, venerdì 6 e lunedì 9 ottobre alle 20.45, sabato 7 ottobre alle 16 ed alle 19.30, domenica 8 ottobre alle 16, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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