immagine home.jpg
Pretty Woman
a cura di Giancarlo Zappoli
Visto al Teatro Lirico Giorgio Gaber il 27 aprile
Regia Carline Brouwer
Regia Associata e direzione casting Chiara Noschese
Coreografie Denise Holland Bethke
Supervisione musicale Simone Manfredini
Direzione Musicale Andrea Calandrini
Scene Carla Janssen Höfelt
Costumi Ivan Stefanutti
Disegno fonico Armando Vertullo
Disegno Luci Francesco Vignati
Traduzione, adattamento e versi italiani Franco Travaglio
Interpreti Beatrice Baldaccini, Thomas Santu, Andrea Verzicco, Lorenzo Tognocchi, Cristian Riz, Giulia Fabbri
Prendere un film che è stato un campione del box office e farlo diventare un musical on stage è spesso un rischio. Lo è stato anche per la versione made in Usa che ha ottenuto un esito non soddisfacente. Perché allora portarlo sui palcoscenici italiani? Forse perché si poteva tentare di realizzare uno spettacolo al contempo simile e diverso. Gli incassi e i riscontri del pubblico, in quella che è stata una lunga tournèe (che ora si conclude al Teatro Lirico di Milano), hanno dato ragione a chi aveva puntato sulla possibilità di una, diciamo così, riabilitazione del testo. Carline Brouwer, con il contributo di Chiara Noschese, ha messo in scena uno spettacolo che sin dall’apertura del sipario mostra che tutto è stato curato fin nei minimi particolari. Il numero di inizio infatti mette in luce un corpo di ballo in cui la vivacità, la brillantezza di espressione e l’attenzione nel dettaglio dei movimenti forniscono allo spettatore un biglietto da visita che troverà conferma nel corso di tutto lo spettacolo.

Perché ci sono i musical in cui contano i protagonisti mentre tutto il resto è contorno. In questo caso invece ogni elemento è pensato come funzionale alla riuscita complessiva. Lo sono le coreografie, lo è la scenografia decisamente versatile e funzionale. Lo sono i costumi (con un vertice nella scena della serata all’opera) così come i protagonisti visti nella serata di anteprima. Brillante e intensa al punto giusto lei. Prestante e ‘nella parte’ lui. Così come i cosiddetti comprimari tra cui emergono Cristian Ruiz (che si fa letteralmente in tre dando ad ognuno dei tre ruoli i giusti accenti) e Giulia Fabbri dalla vivacità dirompente.. Quando poi si vuole dare spazio ad un personaggio bisogna trovare l’interprete che vi si adegui con la giusta dose di divertimento. Così è per Pietro Mattarelli che si diverte e diverte nell’interpretare un cameriere dall’insospettabile agilità.
    archivio
    cookie law
    privacy