Testo: ispirato a “Il catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini
Scrittura scenica: Lella Costa, Gabriele Scotti
Progetto drammaturgico e regia: Serena Sinigaglia con Lella Costa
Scene: Maria Spazzi
Costumi: Antonio Marras
Ambientazione sonora: Sandra Zoccolan
Interpreti: Lella Costa
Progetto a cura: Mismaond
Intendiamoci: non siamo di fronte ad uno spettacolo vetero femminista. Lella Costa, con l’intelligenza, la sensibilità e l’ironia che le sono proprie, non ce l’ha con gli uomini (o, meglio, non con tutti gli uomini). Il suo è un obiettivo altro e molto diverso. Con queste istantanee al femminile (che possono andare da una rievocazione storica a una semplice ma significativa frase) si ridà il giusto spazio a chi, nel corso dei secoli, se lo è visto conculcare o comunque collocare a margine.
Che si tratti di personaggi noti come Edith Piaf o Margherita Hack o di altri da conoscere come Maryam Mirzakhani o Esfir Shub, ad ognuna di loro Lella offre un’intonazione, un gesto, un’intenzione particolari. Lo fa con la profondità di pensiero e di partecipazione, che è una sua caratteristica da sempre, unita alla leggerezza di chi si trova a suo agio sul palcoscenico anche in questo esercizio di equilibrismo mnemonico e attoriale. Chi è in sala percepisce non solo la qualità dell’attrice ma anche quanto le piaccia fare ciò che fa unito appunto a una sensazione di messa a proprio agio. D’altronde essendo accompagnata nel viaggio da due Serena non poteva che esserlo a sua volta.
®Rossetti-PHOCUS