Con Elena Aimone, Anna Charlotte Barbera, Mauro Bernardi, Giulia Damin, Raffaele Musella, Alba Maria Porto
Mix e Sound Design Alessio Foglia; progettazione 3D Assets Eugenio Perinelli per Ximu.la; programmazione Luca Giona
Una produzione Asterlizze con il contributo di Città di Torino –TAP Torino Arti Performative e con il sostegno di ACTI Teatri Indipendenti in collaborazione con Ass. di II livello San Pietro in Vincoli Zona Teatro
L'obiettivo dichiarato è tanto nobile quanto coraggioso, dar voce ad una parte di storia del nostro paese partendo dal materiale privato di una famiglia siciliana contaminato da preziosi contributi del coordinamento femminista di Enna: sullo sfondo dell’Italia degli anni Sessanta e Settanta, contesto sociale attraversato da tensioni e pulsioni che vedono in prima linea studenti e studentesse, si dipana un viaggio nell’italica memoria come nella coscienza di una generazione intera, uomini e donne al tempo inconsapevoli protagonisti di esistenze magmatiche che avrebbero con entusiasmo ed impegno dato una svolta alla società loro contemporanea.
Se tutto questo, nelle intenzioni future di Asterlizze, potrà un giorno diventare spettacolo teatrale fatto e compiuto, adesso ha le non meno suggestive fattezze di un’esperienza multimediale e multisensoriale, con lo spettatore/visitatore, nei panni di curiosa bambina di dieci anni, chiamato ad abitare virtualmente gli spazi di una moderna camera da letto con tanto di scrittoio e giradischi, di televisione e quadri: indossato il visore, impugnato il joystick con cui aprire cassetti ed accendere dispositivi, inizia il viaggio a ritroso nel tempo, itinerario fatto da piccoli gesti ed azioni che guidano il protagonista nell’immaginario mondo di quella che un giorno era una giovane studentessa, ed ora è moglie e madre (forse un po’ imborghesita) della piccola protagonista.
Il Nord sferzato dal boom economico o il Sud ancorato alle sue profonde radici, le inquietudini sociali delle nuove generazioni e la storia con la S maiuscola che intreccia destini di un'intera collettività: ogni viaggio della performance virtuale, fruibile da un solo utente per volta, è esperienza ciascuna diversa dall’altra, con lo spettatore chiamato a interagire nella stanza attraverso modalità e tempistiche da lui scelte, facendo parlare i quadri, ascoltando canti popolari di protesta o guardando filmati d’epoca che parlano di cortei, di manifestazioni per la difesa di diritti oggi acquisiti, ma al tempo solo immaginati. E se all’inizio il senso di spaesamento regna sovrano, con il passare dei minuti si entra nel mood corretto, accettando da un lato di vivere un’esperienza virtuale molto legata alla realtà, dall’altro di entrare a far parte di un meccanismo dove reciti un ruolo attivo, e non subisci passivamente la narrazione di cui tu stesso sei consapevole coautore: terminato il viaggio, ci si risiede sulla poltrona da cui tutto ha avuto inizio, si posano visore e joystick, si ritorna ad abitare il presente con il piacevole fardello di aver vissuto in prima persona una visionaria mezzora a cavallo tra due epoche, e con la consapevolezza di essere, nel proprio piccolo, depositario per le nuove generazioni di un sapere passato in assoluto da preservare nel presente e tramandare nel futuro.
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