``Le parole - spiega Piccolo – vanno lette tutte per intero, senza troncamenti, tranne dove indicato con l’apostrofo. Richiedono che si leggano non come parla il napoletano contemporaneo, ma come si usa fare con la lingua di Giovan Battista Basile, principale, ma non unico, inarrivabile maestro a cui questo testo indegnamente si ispira”: rilettura e riscrittura moderna per affrontare, servendosi del mito, tematiche universali come amore, politica e rapporti famigliari in un meccanismo teatrale capace di sorprendere e divertire mettendo alla berlina i canoni tradizionali del teatro contemporaneo. Spostando il punto di osservazione dall’eroina Antigone a quello del suo promesso sposo, l’Emone solitamente relegato ad un ruolo secondario e marginale, allo spettatore sarà offerta la lettura ``decentrata” di una storia per una volta non riferita dagli occhi dei protagonisti ma da quelli di chi solitamente la vive in disparte.
``Il testo di Piccolo – scrive il regista Raffaele Di Iorio - suggerisce un luogo scandito dalla circolarità infinita del tempo, in cui i personaggi non possono fare altro che abitarlo, raccontando ostinatamente il proprio passato in un eterno presente, come in un limbo”: anime di un immaginifico purgatorio, fantasmi cui l’autore chiede di rivivere senza soluzione di continuità all’infinito le proprie vicende, per essere ed esserci. Da qui la scelta di un’ambientazione del tutto inedita, uno spazio fuori dal tempo, sorta di Luna Park abbandonato che, immaginato fuori dalle mura di Tebe, conserva solo più gli echi di un passato felice: un luogo-non luogo in cui si fissa il desolante quadretto familiare che vede Ismene tra le braccia della madre osservare Antigone, in groppa al cavallino di una giostra, mentre saluta il padre. Ed ancora il piccolo Polinice, con le ginocchia sbucciate, correre sorridente, inseguito dal fratello Eteocle che brandisce un bastone di legno a mo’ di spada.
Prodotto dagli Stabili di Torino, Napoli e Roma, in collaborazione con P.L.A.TEA. Fondazione per l’Arte Teatrale, Emone avrà la regia di Raffaele Di Iorio e l’interpretazione di Paolo Cresta, Gino De Luca, Valentina Gaudini, Anna Mallamaci e Marcello Manzella: al Teatro Gobetti, martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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