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La Resistenza al femminile di MATILDE E IL TRAM PER SAN VITTORE
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Gobetti di Torino martedì 22 gennaio 2019
di Renato Sarti dal libro Dalla fabbrica ai lager di Giuseppe Valota 

con Maddalena Crippa, Debora Villa, Rossana Mola

regia Renato Sarti; scena e costumi Carlo Sala; musiche Carlo Boccadoro; luci Claudio De Pace; progetto audio Luca De Marinis; dramaturg Marco Di Stefano 

Teatro della Cooperativa sostenuto da NEXT 2017/18 - Regione Lombardia con il patrocinio di ANPI, Istituto Nazionale Ferruccio Parri e ISEC e i comuni di Albiate, Bresso, Cinisello Balsamo, Monza e Muggiò con il sostegno di ANED
La scheda di sala fa pensare ad uno dei tanti tributi di matrice storica alla lotta antifascista: in realtà, dopo ottanta minuti salutati da calorosi applausi, esci da teatro con la piacevole convinzione di aver assistito al resoconto di sofferte e drammatiche pagine di storia, senza mai però cadere nel patetico e nel violento. 

Matilde e il tram per San Vittore è infatti un godibile esempio di teatro civile, resoconto di arresti e torture che si contrappongono ad un malinconico ma contagioso sorriso di sottofondo per un messaggio di speranza e libertà: scritto e diretto da Renato Sarti, dal volume Dalla fabbrica ai lager di Giuseppe Valota, la pièce racconta di mogli e di madri, di sorelle e di figlie, che a partire dal primo sciopero alle acciaierie Falk del 23 marzo 1943 accompagnarono il destino dei loro uomini, molti dei quali destinati a non far più ritorno a casa. Narrazione incalzante a scandire le tappe di una lotta prima promossa e vissuta in fabbrica, poi ascoltando le frequenze di Radio Londra, da ultimo in riunioni clandestine per sottrarsi ad arresti e deportazioni: dodici mesi di intensa storia milanese, in realtà storia di un paese intero e di una generazione per nulla intenta a sposare la causa fascista, e che nello stare insieme in affollati scioperi trova la forza per liberarsi dal giogo dell’oppressione. 

E se non si dimentica l’altissimo prezzo di vite umane pagato con le oltre cinquecento deportazioni nei campi tedeschi, le tre ottime Maddalena Crippa, Debora Villa e Rossana Mola, nel loro eloquio che alterna il lombardo all’italiano, risultano intense testimoni di un’umanità dalla commovente ostinazione, donne pronte a sfidare la morte per raggiungere San Vittore e gli altri luoghi di detenzione dove strappare un abbraccio e un sorriso, fosse anche l’ultimo contatto con il loro marito, fratello o figlio: racconta disperazione, ma trasuda anche tanta umanità Matilde e il tram per San Vittore, e gli occhi lucidi mescolati a qualche lacrima da asciugare sono la naturale conseguenza di una narrazione civile che porta in scena la Resistenza raccontata dalle donne.
  • Matilde© Laila Pozzo.jpg
    Matilde© Laila Pozzo.jpg
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