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Il teatro italiano piange Eugenio Allegri
a cura di Roberto Canavesi
Torino, sabato 7 maggio 2022
La notizia è arrivata del tutto inattesa, inaspettata come uno di quei "fulmini" cui tanto ci aveva abituato in scena: Eugenio Allegri non c’è più.

La comunità teatrale, non solo torinese, piange l’improvvisa scomparsa di un uomo la cui carta identità artistica è sempre stata, per chi scrive, difficilmente definibile: animo profondamente torinese, dopo il diploma conseguito nel 1979 alla Scuola Galante Garrone di Bologna, Allegri è stato negli anni attore e regista ma anche interprete di un universo per lui diventato seconda pelle, quella della Commedia dell’Arte, la cui memoria ha saputo nel tempo tramandare sapientemente alle nuove generazioni, attraverso laboratori, seminari ed una costante attività didattica.

E se tra i tanti lavori che lo hanno visto protagonista il suo nome è, e sarà, sempre legato al Novecento di Alessandro Baricco portato in scena per oltre due decenni sui palcoscenici di mezza Europa, negli ultimi anni un’innata curiosità ed una genuina dose di incoscienza lo avevano spinto ad accettare la sfida di dirigere il giovane Matthias Martelli in una nuova e apprezzata versione di Mistero Buffo di Dario Fo, allestimento dal grande successo prodotto da quel Teatro Stabile di Torino pronto ad allestire presso il Teatro Carignano la camera ardente per l’ultimo saluto.
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