con Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valli
musiche Schubert Der Tod und das Mädchen
durata: 50'
Una danza armoniosa, energetica, vibrante, una composizione matissiana, primitiva, ancestrale che procede indefessamente per tutto lo spettacolo. È la vita, la sua celebrazione nella verità della performance, nella fisicità dei corpi nudi, la gioventù, la figura della fanciulla. Ma anche all'apice dell'esistenza si è pronti a essere ghermiti dalla morte, a scivolare improvvisamente nelle sue fauci, a essere mietuti dalla sua falce. La morte è rappresentata dalle immagini video, con la loro alterità, con il loro essere registrate in un altrove. Sono piani così lontani, nella loro essenza e consistenza, performance dal vivo e filmati proiettati, e così vicini, nel soggetto che è omologo. Così lontani e vicini come lo sono la vita e la morte.
Così Abbondanza/Bertoni traducono quel senso di precarietà dell'esistenza che trapela dal quartetto di Schubert, composto dopo che un malore gli aveva come preannunciato l'avvicinarsi della fine, e i versi di Matthias Claudius.
Il dialogo tra le immagini dal vivo e quelle filmate è fatto di sottili simmetrie e asimmetrie, è a volte un rincorrersi. Si ha l'illusione, in certi momenti come all'inizio, che il video sia una ripresa in diretta, da un punto di vista interno o dietro le quinte. Ma non è così, tutto è già stato filmato, fissato, cristallizzato. In un momento centrale le coreografie sono perfettamente identiche con la differenza che nel filmato ci sono sempre tutte e tre le ballerine, mentre dal vivo sono una o due, sempre replicando i movimenti delle loro omologhe virtuali. Il mondo ideale come in un empireo cui tende l'imperfezione e la precarietà dell'esistenza.
L'impermanenza della vita trova la sua manifestazione nella mutevolezza stessa della danza, nel suo continuo divenire, e nello spettacolo è resa da effetti di sfocamento, offuscamento, da contorni indefiniti, nebulosi. Effetti ottenuti con nebbie, interazioni dei corpi in movimento con il fascio della proiezione. Si arriva anche a un momento di vibrazione corporea compulsiva, un elemento usato, riprendendo un'iconografia di Francis Bacon, da Danio Manfredini, nei suoi lavori, che è in effetti accreditato tra i ringraziamenti.
La fanciulla:
Via, ah, sparisci! / Vattene, barbaro scheletro! / Io sono ancora giovane; va’, caro! / E non mi toccare.
La morte:
Dammi la tua mano, / bella creatura delicata! / Sono un’amica, / non vengo per punirti. / Su, coraggio! / Non sono cattiva. / Dolcemente dormirai fra le mie braccia!
Compagnia Abbondanza Bertoni La morte e la fanciulla