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Il concerto a più voci di SE QUESTO E' UN UOMO
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Carignano di Torino venerdì 26 aprile 2019
dall'opera di Primo Levi (pubblicata da Giulio Einaudi editore). Condensazione scenica a cura di Domenico Scarpa e Valter Malosti 

Uno spettacolo di Valter Malosti; scene Margherita Palli; luci Cesare Accetta; costumi Gianluca Sbicca; progetto sonoro Gup Alcaro; Tre madrigali (dall'opera poetica di Primo Levi) Carlo Boccadoro; video Luca Brinchi, Daniele Spanò; cura del movimento Alessio Maria Romano 

In scena Valter Malosti e Antonio Bertusi, Camilla Sandri 

Produzione: TPE - Teatro Piemonte Europa / Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale / Teatro di Roma - Teatro Nazionale
La lettura del romanzo conduce in quell'inferno di immagini, suoni ed odori che la storia ha tramandato come una delle pagine più assurde ed inspiegabili: la visione dello spettacolo sbatte in faccia una realtà polifonica fatta di parole, musiche ed emozioni che, se possibile, riafferma nello sviluppo della narrazione la forza delle pagine originarie. 

Il Se questo è un uomo di Primo Levi portato in scena da Valter Malosti, sua regia, condensazione scenica insieme a Domenico Scarpa ed interpretazione con i performer Camilla Sandri ed Antonio Bertusi, è prima di tutto un’operazione teatrale di assoluto coraggio dove un attore, immobile in scena per quasi due ore, contrappone alla rigida fisicità il fluire di un racconto magmatico: vestito di grigio al centro del palco, una valigia in mano, il Levi di Valter Malosti è narratore in un itinerario infernale, non pochi i rimandi e le analogie con la Commedia dantesca, di cui si ripercorrono le principali tappe. Dal raduno al campo di Fossoli alla partenza dalla stazione di Carpi da cui si muovono vagoni stracolmi di uomini, donne e bambini che, dopo aver attraversato Austria Germania e Cecoslovacchia, approdano in un’amena località polacca chiamata Auschwtiz, ai più sconosciuta: ed ancora quotidiane vessazioni, privazioni, lavori che intaccano il corpo come lo spirito, in quel ben noto contesto di assurda selezione che porterà migliaia di persone alle docce di gas, e solo pochi a far ritorno a casa. Itinerario che vede in primo piano il Levi uomo, ma anche il Levi chimico, uomo di scienze e di lettere che grazie ai suoi studi riesce a costruirsi la bolla d’aria sotto cui rifugiarsi nel disperato tentativo di sopravvivere. 

Tutto questo diventa per la scena una pagina di teatro d’attore in cui l’attore fa non uno, ma due, tre passi indietro: se un merito va infatti riconosciuto a Malosti, questo è l’aver capito che suo compito non era di interpretare le parole di Levi, semmai di riferirle, di raccontarle, mettendo da parte l’ego interpretativo che, secondo natura, accompagna la figura dell’interprete; scelta necessaria ed indispensabile pena il travalicare la forza di immagini dal valore assoluto che il commento sonoro di GUP Alcaro a tratti sottolineano con sferzante incisività. Teatro d’attore, ma soprattutto dialogo scenico di un uomo solo che per assurdo nella sua solitudine ed immobilità assume identità multiformi, diventa "altro ed altri" per dar vita ad una babele di linguaggi e suggestioni che il pubblico con attenzione segue e metabolizza prima di ripagare i protagonisti con rispettosi ma convinti applausi.
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