Le appassionate lettere di lui e le corse sui ciliegi di lei, le canzoni americane tradotte da Milton e regalate a Fulvia che le ballerà in solitudine, o al limite con Giorgio, il ragazzo che li ha presentati, per il racconto della guerra da una prospettiva inedita e che Calvino stesso, una volte lette le ultime righe, non esisterà a considerare esemplare e rivoluzionaria spingendosi ad affermare come "il libro che stavamo aspettando adesso c’è. Solo ora, grazie a Fenoglio, possiamo dire che una stagione è compiuta, solo ora possiamo essere certi che è veramente esistita". Inevitabile colonna sonora saranno le canzoni della Resistenza, suonate dal vivo: da Oltre il ponte dello stesso Calvino a Bella Ciao e Fischia il vento per l’immancabile finale con Over the Rainbow a richiamare il primo disco che Milton regalò a Fulvia, traducendolo per lei, e sulle cui note danzarono insieme infinite volte.
Due giorni dopo, giovedì 28 giugno, sarà la volta di Io odio. Apologia di un bulloskin, drammaturgia di Valentina Diana con la regia di Maurizio Bàbuin e l’interpretazione di Luca Serra: prodotto da Santibriganti Teatro, il monologo della Diana, per il collettivo torinese primo atto della trilogia Indagare il male maschio docet, intende ricalcare il solco di alcune riflessioni sulle devianze protocriminali e sui loro sviluppi che caratterizzano l’età adolescenziale. Scopo dichiarato è studiare la nascita e lo sviluppo di un male quasi sempre di sesso maschile, se è vero come per una donna che si macchia ci siano cento uomini che delinquono e feriscono, violentano e uccidono: "di solito - scrive Valentina Diana - nello scrivere per il teatro, procedo per innamoramento: cerco una strada per osservare i personaggi, anche i più ruvidi e ignoranti, da un punto di vista affettivo, tenero, umano. In questo caso è stato diverso. Ho dovuto creare in me spazio per un essere brutale, un essere che si prendeva il suo spazio e affermava la sua visione, che non era la mia". Ed in effetti il protagonista del racconto tutto è fuorché persona raccomandabile e di piacevole compagnia, personalità affatto incline al dialogo ed al compromesso, vittima e carnefice in un approccio alla vita estremo la cui uscita di scena non potrà che rappresentare anche per lo spettatore una sorta di catarsi collettiva.
La seconda settimana di Summer Plays 2022 si chiuderà sabato 2 luglio con Poli(cis)tica, primo studio di un progetto prodotto da Animaliguida e Il Menu della Poesia con in scena Roberta Lanave ed Elio D’Alessandro: ispirato alla tradizione dello spoken word, la performance è a tutti gli effetti un concerto dove la parola, detta e cantata, dialoga con la musica suonata dal vivo con synth e drum machine.
Il titolo, enigmatico quanto curioso, richiama una particolare condizione dell’ovaio femminile con molteplici piccoli noduli: una premessa scientifica, causa di possibili problemi di fertilità, che se trasposta ad un contesto artistico è da leggersi come poemetto le cui "cisti" vengono come estratte dallo spirito del tempo. Policistico risulta il concetto stesso di io, oggetto di una proliferazione maniacale con la società tutta è affetta da una sindrome capace di manifestarsi sotto inquietanti sfaccettature, l’imprudenza verso l’ambiente e le contraddizioni del consumismo, l’individualismo o la perdita della sacralità di un essere umano sempre più legato al mondo delle macchine, e sempre meno alla natura. "Sono le mie cisti - scrive l’autrice ed interprete Roberta Lanave - i miei grumi di senso, i nodi in cui si incaglia la mia percezione di me stessa e del mondo. All’inizio del poemetto ho una piccola morte, perdo i sensi, e in questo buio attraverso le paure, le preoccupazioni, tutto ciò che mi pare stiamo ignorando e prima o poi verrà a chiedere il conto. Una discesa agli inferi, da cui emergo grazie all'incontro con l’Altro".
Per tutte le serate di Summer Plays inizio previsto alle ore 21 e biglietto unico a Euro 5 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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