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L'amore maledetto di Fassbinder ne I RIFIUTI, LA CITTA' E LA MORTE 
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Astra di Torino martedì 18 ottobre 2022
di Rainer Werner Fassbinder

traduzione Roberto Menin; regia Giovanni Ortoleva

scene e costumi Marta Solari; realizzazione costumi Daniela De Blasio; sarte Rossana Cavallo, Rocio Orihuela; movimenti di scena Leda Kreider; musica Pietro Guarracino; disegno luci Andrea Torazza; fonica Massimo Calcagno; costruzioni Giovanni Coppola; assistente alla regia Gabriele Anzaldi; assistente volontaria Federica Balletto

con Marco Cacciola, Andrea Delfino, Gabriele Benedetti, Camilla Semino Favro, Edoardo Sorgente, Anna Mannella e Werner Waas, 

Produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse coproduzione Theaterdiscounter
in collaborazione con Barletti /Waas e ITZ – Berlin. Si ringrazia Goethe Institut Genova
Regista, scrittore e drammaturgo "maledetto", morto a soli 37 anni dopo un’esistenza segnata da successi internazionali ed inguaribili dipendenze, Rainer Werner Fassbinder affida a I rifiuti, la città e la morte il personale testamento per un’idea di arte "boarder line" prossima allo scandalo ed all’oscenità: scritto nel 1975, sette anni prima della prematura scomparsa, l’ultimo testo teatrale del drammaturgo tedesco è perfetta sintesi di una scrittura tanto complessa quanto simbolica, dove l’elemento trasgressivo, quando non osceno, diventa cifra stilistica di una comunicazione, non solo verbale, che tanto irritò il perbenismo contemporaneo.

Al centro dell’interessante allestimento diretto da Giovanni Ortoleva, la saga della malagente di Francoforte si nutre del combinato disposto tra gli ingredienti base del teatro di Fassbinder, il sesso, il potere e il denaro, in un quadro dai toni lontanamente brechtiani in cui spicca la figura della giovane Roma B, prostituta sui generis che dai bassifondi della città cerca a fatica di emergere inseguendo un sogno di purezza e trasparenza negli affetti. Attorno a lei, presenze opprimenti decisive per il suo destino, ecco i rifiuti del titolo, uomini e donne di una società attraversata da odio, delazione e violenze, dove la morte diventa l’inevitabile approdo: è così per il padre ex nazista, ed ora presenza abituale nei locali notturni della città, come della madre sulla sedia a rotelle dedita a leggere Marx e Lenin, del Ricco Ebreo, del marito sfruttatore e delle compagne di bordello con le quali sempre più entrerà in conflitto. 
Da un lato l’indole ingenua di Roma B, la cui esistenza si concluderà tragicamente con "un omicidio su richiesta" perpetrato per mano di quel Ricco Ebreo nelle cui fattezze l’autore identifica la prepotenza delle borghesia tedesca, dall’altro l’idea di una morte intesa come unica entità trascendente in grado di assolutizzare le corrotte esistenze terrene: ed è forse proprio per questo che Ortoleva ambienta l’interessante lettura, ricca di sfumature su toni da cabaret, all’interno di una pedana/passerella a forma di croce, spazio fisico dove cercare di (soprav)vivere alla disperata ricerca di affermazione per un’umanità desiderosa di amore. 

Consapevole della necessità di svecchiare nella forma, più che nella sostanza, il messaggio originario per sottrarlo all’inevitabile polvere del tempo, il giovane regista contamina i novanta minuti filati con pillole di grottesco ricorrendo a Loredana Bertè e a Patty Pravo, a fogge orientaleggianti e ritmi sudamericani, in un poutpourri di stili e sonorità che, oltre ad abbassare gli originari toni del racconto, conferisce all’intero progetto l’interessante aspetto di sperimentazione laboratoriale: il tutto prende vita nell’interpretazione dell’applaudito cast in cui ci piace rimarcare la Roma B. della sempre brava Camilla Semino Favro, un misto di sensualità, coraggio e ingenuità, ed il padre en travestì di Werner Wass pronto a spaziare dai toni tragici del passato nazista alle caricaturali movenze di un presente vissuto, se possibile, ai margini dei margini. Completano il gruppo di lavoro i non meno applauditi Gabriele Benedetti, Marco Cacciola, Andrea Delfino, Anna Mannella ed Edoardo Sorgente.
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    I rifiuti,la città e la morte_Ph_Donato Aquaro.jpg
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