Per la prima volta in assoluto a teatro un viaggio nei pensieri e nelle segrete gallerie dell’anima di uno dei più grandi poeti del Novecento italiano: nato a Livorno nel 1912 e morto a Roma nel 1990, Giorgio Caproni è stato poeta, critico e narratore che all'amata attività di maestro elementare affiancò per tutta la vita l’apprezzato impegno di traduttore dal francese: "quando scriveva - commenta Gifuni - risparmiava il più possibile sul rumore delle parole: è un autore che si distingue per asciuttezza e concretezza, per il valore lessicale e musicale delle composizioni. Non a caso arriva alla poesia dopo aver studiato musica, composto corali a quattro voci e suonato il violino in un’orchestra”: formazione multidisciplinare che si riflette in una vera e propria musica dei versi, liriche sempre attente alle regole di quella metrica a lungo studiata e che critici e studiosi, per sensibilità ed adesione all'idea di poesia come finzione, hanno universalmente giudicato come esempio italiano più vicino al modello sperimentato da Fernando Pessoa e dalla sua scuola.
Produzione Cadmo Associazione Culturale, ideazione ed interpretazione di Fabrizio Gifuni, per Fatalità della rima. Fabrizio Gifuni legge Giorgio Caproni appuntamento al Teatro Astra sabato 12 ottobre alle 21. Biglietti esauriti, info allo 011.56.34.352 o su www.fondazionetpe.it.
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