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Recensione di: Quartett
Silvia Donnini
Dramma-commedia in un atto unico del giovane e talentuoso Sergio Sivori, tratto dall'omonima opera di Heiner Muller che, a sua volta, si ispira alle incantevoli e al tempo stesso mostruose " Relazioni Pericolose" di Laclos.
Un grande romanzo epistolare come Le relazioni pericolose (1700), i cui aspetti più cinici e malati somigliano pericolosamente ai peggiori difetti di ogni tempo, trova la sua giusta collocazione al cinema e a teatro.

Muller si ispira e Sivori lo trasforma ulteriormente. Quartett infatti diventa un difficile duetto interpretato dai bravi Franco Mannella e Cristina Giordana che, scambiandosi anche i ruoli, rappresentano sulla scena La Marchesa di Merteuil e il Visconte di Valmont. Come corollario interpretano una timorata fanciulla e una splendida dama, entrambe ambite e sedotte dal Visconte.

Le voci dei personaggi si incrociano, si scontrano, si sovrappongono; dominano le parole dei raffinati, a volte scurrili, astuti protagonisti, autori di intrighi amorosi nei quali si scambiano con rabbia e disperazione le malignità più terribili, minacciandosi con risate isteriche e proposte ambigue, combattendo una loro personale battaglia sulla pelle propria e di persone innocenti. Un gioco al massacro che, a tratti fedele al testo di Muller, alterna aspetti ironici e sarcastici, assumendo contorni surreali magistralmente espressi dai due interpreti.

Il corpo e la fisicità sono il vero duello amoroso della pièce. L'erotismo verbale e il gioco della seduzione quasi scompaiono di fronte all'espressione tagliente dei gesti. L'attore è al centro dell'interpretazione, al di là di ciò che sta rappresentando. E' l'elemento essenziale, un progetto di ricerca nel tentativo di oltrepassare i propri limiti.
Efficace l'allestimento scenico, scarno e buio, che si riempie soltanto della presenza dei protagonisti, così come interessante la contrapposizione tra la staticità della marchesa e il dirompente attivismo di Valmont. Esercizi ginnici, sudore e virtuosismi vocali contraddistinguono lo spettacolo. Un pizzico di nostalgia per le pagine indimenticabili di Laclos si affaccia al termine della rappresentazione, quando la fine dei due ex amanti sopraggiunge a ricordare che la commedia che tutti noi recitiamo si accompagna inesorabilmente alla tragedia.
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