In scena al Teatro Gobetti per il cartellone dello Stabile torinese, la nuova ed originale versione è l'ennesimo pretesto per riflettere sull'idea identitaria, sull'insieme di gabbie in cui ci rinchiudiamo e sulle possibilità di evaderne, mentre al di fuori del nostro piccolo mondo si assiste a progressi e regressi sull'argomento: "dieci anni fa - racconta Liv Ferracchiati - gli studi sul genere non erano ancora dibattito pubblico o temi che interessavano la massa: (…) credo che nell'immaginario collettivo la figura della persona trans sia ancora piuttosto fraintesa e mistificata. Un lavoro come questo è ancora fondamentale e deve essere oggetto di discussione".
Se nella prima versione l'obiettivo era quello di raccontare da un punto di vista inedito le dinamiche dei rapporti familiari e del divenire adulti, rispetto al 2017 la figura della madre, al tempo una gigantografia video di Laura Marinoni, sarà fisicamente presente in scena, allo stesso tempo concreta e simbolica in un rapporto di relazione diretta con il figlio. Quest'ultimo vestirà gli originali panni di uno scrittore trentenne chiamato ad affrontare le tappe esistenziali della sua maturazione di essere umano, attività che lo vede dibattersi tra l'incapacità di sostenere una relazione con la propria compagna, e la necessità di recidere il cordone ombelicale materno, ottenendo per così dire un "patentino" che lo autorizzi ad esistere. A sostenere ed accompagnare il protagonista in questo percorso troveremo una psicologa deputata ad individuare i cliché e gli stereotipi di cui, suo malgrado, l'uomo continua ad essere vittima.
Ideale ponte tra passato e presente, nel nuovo allestimento ci si concentra su una resa scenica più metaforica e meno realistica, rilettura che punta l'accento sulla rielaborazione del ricordo per interrogarsi e analizzare gli stereotipi su maschile e femminile che con il passare del tempo sempre più si modificano nella percezione collettiva: "nel nostro contemporaneo - conclude Ferracchiati - la sensibilità sulla questione delle persone trans è ancora ricca di criticità. Le persone transgender non sono ascoltate, anzi, sono altri che continuano a parlare (a sproposito) per loro e decidere per questioni fondanti delle loro esistenze, compresi i diritti basilari come autodeterminazione e libertà d'espressione".
Produzione Centro Teatrale MaMiMò, Marche Teatro, Teatro Nazionale di Genova e Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, drammaturgia e regia Liv Ferracchiati, Stabat mater vedrà in scena Liv Ferracchiati, Francesca Gatto, Chiara Leoncini e Livia Rossi: al Teatro Gobetti martedì 6, giovedì 8 e sabato 10 maggio alle 19.30, mercoledì 7 e venerdì 9 maggio alle 20.45, domenica 11 maggio alle 16, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25: info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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